“Infortunio” di Ryanair. E’ successo lo scorso 19 ottobre e ora i viaggiatori hanno denunciato la mancata assistenza e i mancati indennizzi per il volo Roma-Londra ritardato di oltre sei ore. “La compagnia aerea non sembra voler rispettare la Convenzione di Montreal e il regolamento europeo 261 del 2004”
ROMA – Un aereo di linea può avere un guasto prima della partenza, è una fatalità che può accadere. Anche che i passeggeri debbano attendere oltre 6 ore prima di poter partire per la destinazione finale è una eventualità, sia pure fastidiosa, che può rientrare nelle conseguenze del guasto.
Quello che non dovrebbe accadere è che i passeggeri, una volta faticosamente arrivati a destinazione, vengano letteralmente “abbandonati al loro destino” dalla compagnia aerea. E non lo dice soltanto il buonsenso, ma delle precise regole contenute in almeno due diverse normative internazionali: la Convenzione di Montreal del 1999 e il regolamento europeo No. 261/2004.
E’ quanto è successo lo scorso 19 ottobre sul volo Ryanair FR3005 da Roma-Ciampino a Londra Stansted, previsto in partenza alle 6.30 e, alla fine, decollato alle 13.20.
“Abbiamo appreso del ritardo solo intorno alle 6 del mattino – raccontano i passeggeri – quando già eravamo in aeroporto, dai monitor. Un Sms della compagnia è arrivato alle 6.11 per avvertirci che il volo sarebbe partito alle 12.40, cosa peraltro non vera perché siamo decollati con ulteriori quaranta minuti di ritardo. Solo dopo due ore abbiamo avuto una prima assistenza, un voucher per consumare qualcosa nel bar dello scalo aereo. Ci hanno detto, ma non ufficialmente, che l’aereo aveva avuto un guasto tecnico. Guasto tecnico che ci è stato confermato soltanto nei giorni successivi dalla stessa Ryanair. Più tardi abbiamo appreso che sarebbe stato fatto arrivare un velivolo da Londra appositamente. Una scelta, si è capito, per evitare ulteriori catene di ritardi sugli altri voli previsti dalla compagnia aerea”.
Il secondo voucher è stato consegnato ai passeggeri mentre si procedeva all’imbarco, così molti hanno dovuto acquistare il pranzo in aeroporto o a bordo, naturalmente tutto a loro spese.
Ma la sorpresa peggiore si è avuta all’arrivo a Londra. Nessuna assistenza, nessuna indicazione su quali potessero essere eventuali indennizzi e rimborsi per le maggiori spese sostenute da chi aveva perso coincidenze via terra per raggiungere la propria destinazione finale o per chi aveva già prenotato in anticipo il trasporto a casa o in albergo.
Eppure esistono normative molto precise al riguardo, tra l’altro illustrate nella carta dei diritti del passeggero pubblicata sullo stesso sito della compagnia aerea. Alcuni passeggeri hanno compilato l’apposito form presente sul sito per chiedere il rimborso delle spese sostenute in più, ma in nessun documento disponibile è stato possibile chiedere quanto stabilito dal regolamento europeo 261/2004, cioè l’indennizzo di 250 euro a passeggero per i voli inferiori a 1500 km ritardati oltre le tre ore per cause imputabili alla compagnia aerea stessa.
E qualche giorno dopo è arrivata anche la beffa: una laconica risposta via mail del customer care di Ryanair in cui si precisava che la responsabilità della compagnia finiva al momento esatto dell’arrivo nell’aeroporto di destinazione. E, per alcuni passeggeri, si accettava solo la richiesta di rimborso per la colazione pagata di tasca propria, 7,50 euro a fronte di spese, per pullman, treni o taxi, che spesso hanno superato le 100 euro (si sa, i trasporti in Gran Bretagna sono costosi se non prenotati con largo anticipo).
Peccato che la Convenzione di Montreal e il già citato regolamento europeo impongano alla compagnia aerea dei precisi obblighi, in questi casi. Innanzitutto l’assistenza e il trasporto fino alla reale destinazione d’arrivo dei passeggeri oppure il pagamento delle maggiori spese sostenute. E l’indennizzo di 250 euro a passeggero per i voli ritardati con percorrenza inferiore o uguale a 1500 km.
“Siamo pronti a far causa alla compagnia – dicono i passeggeri che, fino a quel momento si erano rivolti fiduciosi al customer care di Ryanair – Tra l’altro nello stesso regolamento della aerolinea c’è scritto che sarebbero stati rimborsati i maggiori costi sostenuti ‘in misura ragionevole’. Abbiamo fatto qualche calcolo tra noi – raccontano ancora i passeggeri dello sfortunato volo – e abbiamo scoperto che, alla fine, Ryanair avrebbe dovuto indennizzare chi ne aveva fatto richiesta per una cifra complessiva, tutto compreso (maggiori spese di trasporto e vitto, indennizzo per il ritardo, etc.) che non supera i 2000 euro. E non a testa, ma per tutti”.
Spiegano ancora i passeggeri: “E’ stato chiaro che il nostro volo è stato penalizzato ulteriormente per evitare che ci fossero ritardi a catena e abbiamo accettato di buon grado questa situazione, anche se molti di noi avevano impegni e appuntamenti importanti a Londra. Convinti, del resto, che la compagnia avrebbe, nelle modalità previste dalle normative, indennizzato questa nostra disponibilità”.
Così, al momento non è stato. E, per questo, alcuni passeggeri del volo FR3005 del 19 ottobre scorso, hanno deciso di raccontare la loro odissea agli organi di informazione. “E’ sconcertante – sottolineano – che una compagnia aerea come Ryanair, mentre vanta un livello di puntualità superiore al 94 % e offre sempre più voli low cost per centinaia di destinazioni, conquistando di fatto il primo posto in Europa per numero di passeggeri trasportati, poi non riesca a rispettare norme precise e regolamenti europei e internazionali previsti per l’assistenza ai propri clienti. Ora –concludono – aspettiamo risposte chiare da Ryanair. Siamo pronti a far valere i nostri diritti in tutte le sedi, compreso l’Ente di controllo del trasporto aereo italiano a cui ci rivolgeremo per far presente quelle che si configurano come inadempienze della compagnia aerea”.
fonte: Repubblica